OM karam bindu samyuktam
nityam dhyayanti yoginah
kamadam moksadam chaiva
OM karaya Namo Namah
“Mi abbandono all’AOM, il suono primordiale che viene meditato dagli yogi per liberare i legami e raggiungere la liberazione”
La descrizione del Mantra è stata presa da: www.ayurveda-ashram.it/it/mantra-di-ashram
I Mantra sono suoni sacri in forma di sillabe, parole, frasi o poesie tipicamente scritte in sanscrito, il cui canto genera una vibrazione sottile ed armonica capace di risvegliare la coscienza.
Nella tradizione Indu i Mantra furono rivelati ai Rishi (maestri, saggi e santi del periodo vedico) e successivamente furono codificati nelle sacre scritture e tramandati da guru a discepoli attraverso i secoli. Sono energie mistiche che da sempre esistono e che non possono venir create o distrutte.
La parola sanscrita Mantra viene tradotta letteralmente come “strumento della mente”. La sillaba MAN significa “pensare”, mentre TRA vuol dire “strumento”. Tuttavia diversi maestri hanno proposto diverse interpretazioni e traduzioni. Per esempio nel Japa Yoga, Swami Sivananda definisce mantra come “pensiero che offre protezione e libera”.
Questi suoni sacri possono essere fatti di monosillabi, come il mantra OM, di una singola frase, come Om Namah Shivaya, di strofe con metrica definita, come il Gayatri Mantra, o di poemi più complessi. Vengono recitati in cinque forme diverse: ad altra voce, sussurrati muovendo le labbra, mentalmente,
controllando la respirazione, o in silenzio scrivendolo in un quaderno.
La ripetizione di una sillaba, nome, o frase prende forma nella mente. Sebbene non si possa conoscere consciamente la forma connessa al mantra che si recita, esso crea una struttura di pensiero che acquieta la mente e induce alla calma. Cantare mantra in sanscrito, con attenzione alla giusta pronuncia e comprendendone il significato, crea vibrazioni sonore che producono effetti benefici a livello fisico, mentale e intellettuale.
Tradizionalmente il numero di ripetizioni dei mantra è 108. Nel caso di un mantra polisillabico, per esempio il Gayatri Mantra, questo significa 20 minuti di pratica. Esistono, tuttavia, altre pratiche spirituali, come il purashcharana, in cui il mantra viene ripetuto un maggior numero di volte.
Vi sono due tipi principali di mantra: Saguna e Nirguna
I mantra Saguna che vengono recitati concentrandosi su forme, divinità o simboli. Per esempio, si può associare il gayatri Mantra a un yantra, schema geometrico che si presta alla meditazione, che ha lo stesso nome, recitandolo con lo sguardo fisso sull’immagine o mentre la si visualizza ad occhi chiusi.
A seconda il temperamento della persona o se l’aspiranti non è attratto di una divinità spirituale, esistono mantra senza forma detti Mantra Nirguna, cioè, mantra astratti e formule vedantiche usate per creare vibrazioni di identificazione con l’universo . È il caso del mantra seme OM “il suono originario”, e il mantra Soham “io sono ciò che sono”.
L’efficacia del mantra dipende del grado di concentrazione. Si deve mantenere incessantemente l’attenzione della mente sul suono del mantra, solo allora si trarrà il massimo beneficio da esso. La struttura di pensiero che creano i mantra è soltanto un mezzo per preparare l’essere umano alla vera meditazione, cioè ad uno stato di unità con Dio.